Modifica forno Cinese Effeuno style

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    Un saluti a tutti!

    Dopo aver trovato in rete l’interessante modding di un forno cinese con caratteristiche costruttive che richiamano lontanamente quelle del P134H, ho fatto un moderato investimento con un amico per acquistarne un esemplare (100 euro a testa, modifiche comprese).

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    Da specifiche di fabbrica esso raggiunge una temperatura massima di 350 °C ma l’obbiettivo è stato quello di portarlo ad una temperatura tra i 450 °C ed i 500 °C per cuocere una verace nei canonici 60-90 secondi. Personalmente preferisco una temperatura di circa 450 °C che restituisca una pizza appena più croccante di quella che si ottiene con temperature ancora più infernali.
    Il forno con il prezzo più concorrenziale (158 euro spedizione compresa) è giunto dalla Germania, venduto da un rivenditore chiamato Wiltec.
    Il recapito è avvenuto in una settimana mediante DPD poi Bartolini.
    E’ giunto a destinazione ben protetto in una scatola di cartone con due grossi stampi di polistirene che lo riparano da urti e vibrazioni eccessive ed altri pezzi di polistirene più piccoli.
    Tutto l’acciaio inox esterno è rifasciato dal classico film protettivo, occorre più di mezz’ora per rimuoverlo completamente.
    Si tratta di buon inox perché la calamita non attacca (direi 304), nonostante la pellicola si possono notare dei leggeri graffi, piccole sbavature derivanti senza dubbi dalle fasi di produzione ma tutto sommato non ci si può lamentare.
    Le pareti laterali presentano delle feritoie per il passaggio dell’aria.

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    I piedini sono di gomma ed in contatto con la struttura esterna del forno, questi in vista del modding vanno modificati perché difficilmente reggerebbero alle temperature raggiunte dalla lamiera esterna.

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    La porta è molto spartana, un design simile lo si trova comunque in certi forni da pizza più rinomati.
    Ha due bulloni con testa a brugola per lato che ne permettono il movimento a ribalta ed altri due nella zona superiore che fungono da perni per il serraggio.
    Centralmente vi è un vetro temprato grande circa 20x8 cm. Resisterà al modding?
    Nella scatola è presente una maniglia in plastica per alte temperature che va montata centralmente alla porta ma per l’obbiettivo che si vuole raggiungere è bene virare su altre alternative.

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    Sul frontale si trovano due termostati da 350 °C, un timer ed un interruttore che comanda la lampada interna.

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    L’alimentazione è fornita da un cavo in neoprene 3x1.5 mmq che per sicurezza è bene sostituire con uno di sezione più grande nel momento in cui si va a montare una resistenza superiore maggiorata.
    La camera di cottura 41x40 cm, è assemblata in lamiera di ferro dolce. Enorme pecca considerato l’esterno in inox. Con poche decine di euro in più avrebbero potuto farla di inox ed a questo punto il forno sarebbe stato veramente un best buy per gli “smanettoni” come me.
    Il forno è equipaggiato con due resistenze da 1000 watt, perfetta quella inferiore ma decisamente scarsa quella superiore per una verace.
    Da non tralasciare la presenza di una pietra refrattaria 40x40 cm da 1 cm di spessore tenuta in posizione da due spartane lamiere ripiegate ad hoc ma fissate a cazzus.

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    Ancora due tasche per le sonde termometriche ed infine una lampada incassata! Si, quella che l’F1 non ha :D

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    Punto dolente. Il forno non si scoperchia, solo le due pareti laterali possono essere rimosse.
    Sul lato sinistro non si trova sostanzialmente nulla, mentre sul lato destro vi è l’impianto elettrico.
    A separare quest’ultimo dalla camera di cottura vi è una lamiera divisa a metà che ha il compito di contenere la coibentazione.
    Isolamento termico in fibra-ceramica, ottima scelta ma di bassa densità ed in quantità limitata, occorre lavorarci.
    I collegamenti elettrici sono ben fatti, dopotutto si tratta di un semplice forno, tutti i cavi sono di tipo siliconico con isolamento esterno in fibra di vetro (dovrebbero essere compatibili con temperature di 250-300 °C).

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    Per ottenere un forno sulla falsa riga dell’Effeuno (almeno per quanto concerne la potenza), occorre in primis sostituire la resistenza superiore con una più potente, possibilmente con una superficie irraggiante più simile possibile alle dimensioni della camera di cottura. Diverse persone hanno optato per una resistenza Candy da 2000 watt 31x36 cm a mio avviso un po' piccola come dimensioni. Cercando in rete ho notato un ricambio per forni Lofra avente una potenza pari a 1900 watt e dimensioni 37X40 cm. Decisamente meglio.
    Si tratta di resistenze grill non corazzate ma da esperienze altrui sembrerebbe che anche un normale resistore, evidentemente costruito per lavori gravosi, non subisca danni alle temperature di interesse.
    La rimozione della resistenza originale risulta più facile togliendo preventivamente il supporto sul lato sinistro. Per fare ciò occorre trapanare i tre rivetti dal lato della testa.
    La resistenza maggiorata non ha la stessa conformazione dell'originale per cui occorre provvedere ad effettuare quattro nuovi fori, due per il circuito resistente e due per i bulloni di fissaggio. Occorre prendersi un po' di tempo per determinare le giuste misure, non è necessaria una precisione millimetrica nei fori perché tutto andrà coperto dalla staffa della resistenza ma come si può evincere dalle foto, lo spazio disponibile non è generoso, infatti sono circa due centimetri in altezza. I fori devono essere più grandi per i poli della resistenza così da lasciare spazio ai faston. I fori preesistenti vengono coperti dalla staffa.

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    La resistenza montata come arriva a casa non dà risultati ottimali infatti con tale conformazione scalda molto più a sinistra che a destra, causando una notevole differenza di temperatura sul biscotto (30-50 gradi) ed ovviamente una cottura non uniforme.
    Prima di collocarla in posizione è necessario plasmarla come in foto.
    Sostanzialmente bisogna spingere la staffa dei contatti elettrici verso il centro della resistenza. In questo modo la resistenza si accorcia di 2-3 centimetri ma i tratti ad "U", risultano successivamente più centrati alla camera di cottura. Vi posso assicurare che così facendo la temperatura sul biscotto sarà pressoché identica a destra ed a sinistra.

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    Ho preferito sagomare una staffa più spessa in inox per reggere la resistenza a sinistra ma nessuno vieta di conservare quella originale.

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    Un test ha portato alla luce un problema di cedimento della resistenza. Causa assenza di fori per i traversini, i due tratti ad "U" del lato destro, cedono verso il basso di circa mezzo centimetro. Ciò potrebbe comportare differenze di temperatura e cottura non omogenea della pizza. Ho provveduto quindi a sagomare una seconda staffa in inox fissata con gli stessi bulloni della resistenza.
    Potrebbe essere che la resistenza Candy, più corta, non soffra di tale problema.
    Consiglio vivamente di tappare i fori lasciati dalla resistenza originale con ad esempio due bulloni M12 che, se abbastanza lunghi, possono essere accoppiati ai dadi nello scomparto dei cavi elettrici.

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    Montando una resistenza con potenza circa doppia rispetto a quella originale ho ritenuto necessario rivedere l’impianto elettrico per maggiore sicurezza.
    Le lunghezze in gioco sono veramente ridotte e tuttora penso che la fase ed il neutro da 1,5 mmq sarebbero stati sufficienti per alimentare entrambe le resistenze contemporaneamente ma avendo in casa del cavo per alte temperature da 1,5 mmq, ho preferito rendere indipendenti le due resistenze lasciando i cavi originali a quella inferiore ed alimentando quella superiore con due nuovi fili. Per forza di cose ho sostituito anche il cavo in neoprene 3x1,5 mmq con uno spezzone 3x2,5 mmq e spina italiana da 16A. Tutti e quattro i fili che vanno ai resistori partono dal connettore ceramico interno.

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    La coibentazione del forno è quantitativamente scarsa per cui si rende necessaria una implementazione con fibra ceramica, ne bastano due metri lineari (0,60 m x 2,00 m).
    Questo è un lavoro da sporcaccioni, se non ci si vuole male occorre indossare guanti e mascherina perché come anticipato il forno non si scoperchia e l’inserimento dell’isolante sul retro e sulla sommità della camera di cottura non è troppo agevole. L’elevata consistenza della fibra ceramica aiuta molto, le lane di roccia e di vetro sono invece molto tendenti allo sfaldamento.

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    Non ho ritenuto necessario l’utilizzo di alluminio in quanto è pressoché impossibile che l’isolante entri nella camera di cottura.
    Il retro e la sommità della camera di cottura ospitano 6 cm di isolante, sotto alla camera di cottura lo spazio è di circa 3 cm, così come a destra (lato cavi elettrici), il punto più dolente è dalla parete di sinistra dove non si riescono a superare i due centimetri di isolante.
    Mi preme in ogni caso far presente che la struttura metallica del forno, isolante o no, porta tutte le pareti ad assumere temperature prossime agli 80-100 °C dopo 45-60 minuti. Sopra alla porta si arriva anche a 150-160 °C
    Ovviamente la fibra ceramica fa il suo egregio lavoro limitando per quanto possibile le dispersioni di calore.
    Mi collego al tema delle temperature raggiunte esternamente per introdurre una nuova modifica a mio avviso fondamentale per far si che il forno possa lavorare per molto tempo senza inconvenienti.
    I tecnici/progettisti della Effeuno inseriscono astutamente nei loro forni una ventola con il compito di estrarre l’aria calda che via via si accumula all’interno della scocca. Si tratta di una ventola tangenziale che si trova facilmente in rete nelle misure più disparate. Sono in possesso di una ventola con tali caratteristiche ma leggermente troppo grande per cui ho optato per una ventola metallica assiale da 220 volt (anch’essa recuperata) che ho provveduto a fissare alla parete destra, lato cavi elettrici.
    Non essendo in possesso di frese adeguate, ho praticato il foro manualmente con smerigliatrice creando e rimuovendo tanti piccoli spicchi nel cerchio precedentemente disegnato per poi rifinire il tutto con una lima semi-tonda.
    L’inox non è spesso ma risulta tenace al taglio.

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    Al termine del lavoro rimane una differenza sostanziale rispetto all’Effeuno (oltre al tipo di ventola), quest’ultimo ha un flusso di aria tutto intorno alla camera di cottura garantito dal fatto che lo spazio tra essa e la struttura esterna non è completamente saturato dall’isolante. Nel forno “moddato” si potrebbe emulare una situazione del genere ma l’isolante sul lato sinistro e sotto alla camera di cottura andrebbe pressoché azzerato.
    Posso garantire che non vi sia necessità di preoccuparsi delle temperature raggiunte dalla parete sinistra, inferiore e superiore in quanto solo il “canale dei cavi” (l’ho battezzato così) e la parete di destra necessitano di raffreddarsi adeguatamente. Essi risentono moltissimo della circolazione d’aria forzata rimanendo a temperature decisamente accettabili. Dopo circa 30-40 minuti di lavoro a 450 °C l’aria del canale raggiunge e mantiene i 40-45 °C e la parete metallica di destra rimane tale da potervi appoggiare la mano senza problemi. Si viene a creare un enorme divario termico tra la zona delle lamiere esposte al flusso d’aria e quella dove vi è aria statica (coibentazione) a tal punto che si potrebbe tracciare una linea netta con un pennarello.
    La rilevazione della temperatura è stata effettuata mediante termocoppia inserita nel canale dei cavi (metà altezza, prima lato porta poi sul retro) e con pirometro indirizzato verso la ventola (risulta difficile con tale strumento misurare la temperatura della parete inox causa materiale troppo riflettente).

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    Potrebbe non essere necessaria una ventola in metallo, infatti presumo che una ventola da pc sarebbe idonea anche qualora la temperatura raggiungesse i 50-60 °C, accoppiata ad un trasformatore 220V-12V (se ne trovano in box metallico a pochi euro).
    In ogni caso essa è fondamentale se non si vuole incorrere nella fusione dei termostati, delle spie o dell’interruttore. Per ulteriore scrupolo è bene far si che i cavi rimangano sospesi nel canale evitando che vadano in contatto con le lamiere.
    Tenendo presente che l’obbiettivo è il raggiungimento dei canonici 450 °C, occorre munirsi di un sistema che permetta di controllare in particolare modo la resistenza superiore.
    Una soluzione gratuita la dà il termostato da 350 °C di fabbrica il quale può essere utilizzato anche per temperature superiori falsandogli la lettura della sonda termometrica. In parole povere portando la sonda parzialmente all’interno della coibentazione e facendo spuntare nel forno solo la punta. Questo metodo prevede svariate prove che permettano di trovare la posizione ottimale della sonda affinché il termostato stacchi intorno ai 450 °C.
    Il termostato inferiore, per la posizione della sonda è solito staccare più tardi di quello superiore. Per esempio nel mio caso, ponendo il termostato inferiore al massimo (350 °C), esso stacca quando nel cielo e sul biscotto leggo 420-430 °C. In questo caso affinché la resistenza inferiore si spenga intorno ai 450 °C, basta una blanda staratura, attuabile mediante la rotazione in senso antiorario della ghiera di regolazione del termostato.
    Sconsiglio la stessa operazione al termostato superiore perché una elevata staratura potrebbe portare alla rottura della sonda.
    Una seconda soluzione è l’acquisto di un termostato analogico da 500 °C come quello montato da Effeuno. Tale alternativa nonostante sia costosetta è comoda perché non prevede grandi modifiche all’impianto elettrico.
    Una terza soluzione più fine, poco costosa e diciamolo pure, figa da vedere, è l’acquisto di un PID (da 800 °C o 1300 °C) con relè SSR annesso, al quale affiancargli una sonda da almeno 600 °C.

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    Con il PID, il termostato analogico superiore diventa inutile, si ha una lettura continua della temperatura del cielo ed un funzionamento della resistenza superiore maggiormente controllato qualora si andasse a sfruttare il suo autotune (non ancora sperimentato).
    Nel mio caso ho posizionato la sonda nella stessa “tasca” dove era posizionata la sonda precedente e la lettura del PID è decisamente concordante con quella del biscotto effettuata mediante pirometro laser.
    Il PID ovviamente complica le cose perché esso necessita di alimentazione 220 volt così come il relè SSR; per un utilizzo del forno in totale sicurezza è bene posizionare tutti gli apparecchi elettronici in una scatoletta esterna il che prevede la necessità di portare fuori dal forno dei fili. Questa è la soluzione che ho adottato, sfruttando il box di un alimentatore fuso. Esteticamente non è il massimo e vorrei per l’appunto trovare una scatoletta dalle dimensioni più contenute senza spendere troppo ma ripeto, tale soluzione permette di utilizzare il forno senza timori.
    Stando alle temperature rilevate nel “canale” dei cavi elettrici sia il PID che il relè (accoppiato ad un dissipatore) non dovrebbero avere problemi se montati nella scocca del forno ma siamo al limite (una seconda ventola che porti aria all’interno del canale potrebbe abbassare la temperatura a valori decisamente più favorevoli alle apparecchiature elettroniche.
    Nel modding dei P134H è abitudine montare i PID nel pannello frontale ma da alcune foto reperite in rete, sembra che essi rimangano più distanti dalla camera di cottura (larga 35 cm e non 40 cm) ed inoltre più in avanti per via della struttura del pannello frontale.
    La gestione del forno con PID integrato sarebbe più semplice (spostamenti, ingombro) ma se ciò comportasse il timore di fusioni e rotture meglio lasciare perdere.
    Qualcuno ha montato i PID all’interno del forno Wiltec o similari apparentemente senza problemi. Si tratta di una modifica che necessita la rimozione di un quadrato di inox dal pannello frontale per l’inserimento del PID quindi esteticamente irreversibile. Ragionerò sulla modifica.
    Una ulteriore implementazione al forno consiste in un by-pass sul termostato superiore o sul relè SSR qualora optiate per un PID (la famosa Dek-mod).
    Niente di più utile che un interruttore rigorosamente da 16A che permetta di alimentare la resistenza superiore anche qualora il forno avesse raggiunto la temperatura impostata.
    L’ultimo componente della scatoletta è un riduttore di tensione che permette di abbassare il regime di rotazione della ventola, troppo rumorosa al massimo dei giri.

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    Tra le implementazioni trovate in rete non ho ritenuto necessaria la tanto decantata guarnizione in fibra di vetro tra porta e camera interna. Alcune persone hanno lamentato una eccessiva perdita di calore a causa della chiusura metallo su metallo ovviamente non a tenuta specialmente a dilatazioni avvenute. Potrei aver ricevuto un forno particolarmente ben assemblato ma a parer mio, la dispersione proveniente dalla porta è pressoché ininfluente sulle prestazioni del forno.
    A proposito di prestazioni vorrei fare due considerazioni cronometro alla mano.
    I tempi di riscaldamento del forno con:
    - all’interno un biscotto circolare diametro 33.5 cm e spessore 2 cm (proveniente da un biscotto per F1 arrivato rotto poi tagliato ed assottigliato), a 7.5-8 cm dalla resistenza superiore
    - entrambe le resistenze accese

    sono:

    - 100 °C 3.30 min
    - 200 °C 6.30 min
    - 300 °C 11.00 min
    - 400 °C 18.20 min
    - 430 °C 21.10 min
    - 450 °C 24.15 min

    Prossimamente effettuerò una prova con il classico biscotto rettangolare spesso 3 cm anche se a mio avviso 2 cm sono un ottimo compromesso.
    Restano ancora due modifiche di cui parlare.
    La prima riguarda la maniglia in plastica che andrebbe montata nel centro della porta. Tale soluzione non mi ha ispirato fiducia fin dal primo riscaldamento a 400 °C, infatti la maniglia tende a scaldarsi molto diventando difficile da utilizzare senza scottarsi ma soprattutto è probabile che nel tempo di sciolga nella zona in contatto con la porta.
    Una soluzione tipo P134H è possibile ma un po’ laboriosa dovendo ricavare due staffe da fissare lateralmente alla porta e un pezzo di manico in legno perché se di metallo si scalderebbe per conduzione.
    Avendo dei manici per lima inutilizzati, ho provveduto a forarne uno per farvi passare all’interno un bullone M6 da avvitare lateralmente alla porta sfruttando il rivetto filettato presente. Tale soluzione regge ottimamente sia a livello meccanico che termico permettendo una apertura agile della porta, senza scottarsi anche dopo svariato tempo a 450 °C. Aumenta l'ingombro perché la maniglia esce dalla sagoma del forno ma dal punto di vista funzionale mi trovo molto bene potendo aprire la porta con la mano sinistra ed infornare con la destra

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    L’ultima modifica necessaria riguarda i piedini che ho cambiato con altri quattro che avevo in casa ma gli originali vanno altrettanto bene. Come si può evincere da una foto precedente questi sono dei semplici tronchi di cono in gomma fissati alla struttura esterna del forno mediante un bullone M6 e relativo rivetto filettato.
    Il fatto che siano in contatto con la lamiera non è buona cosa per cui è bene emulare il già sopra citato P134H, acquistando quattro piedini con filetto maschio M6 tipo questi:

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    oppure modificare i piedini originali. Per effettuare la modifica occorrono almeno quattro bulloni M6 lunghi 5-6 cm con testa a croce o a brugola, quattro rondelle di diametro idoneo e quattro/otto dadi M6 (io ho complicato leggermente il lavoro aggiungendo qualche "rifinitura" come visibile in foto). Basta inserire il bullone nel foro del piedino rivolgendo il filetto verso l’alto, posizionare la rondella nel filetto e bloccarla con uno o due dadi (qualora si volesse mettere un controdado).
    Tale soluzione permette di staccare i piedini dal forno e di sollevare quest’ultimo dalla superficie di appoggio con conseguente minor riscaldamento della stessa, inoltre, qualora al posto dei bulloni si optasse per quattro pezzi di barra filettata (come nel mio caso), si potrebbe sollevare il forno anche di 10-12 cm.

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    Facendo due conti:

    - 160 euro per forno (158 euro spedito da Wiltec.de anche se il prezzo oscilla leggermente)
    - 15 euro per resistenza da 1900 watt (ebay.it o rivenditori della propria città)
    - 12 euro per due metri lineari di fibra ceramica (negozio edile)
    - 12 euro per PID + relè SSR + sonda K da 400 °C, inutile ma compresa nel pacchetto (Aliexpress)
    - 2 euro per sonda K da 600 °C (Aliexpress)
    - 10 euro per ventola metallica 220 V o 3-4 euro per ventola da pc 12 V (Aliexpress, Amazon)
    - 2 euro per trasformatore 220v-12v qualora si optasse per la ventola da pc (Aliexpress)
    - 5 euro per cavi siliconici rivestiti in fibra di vetro (Aliexpress o rivenditori della propria città)
    - 1 euro per interruttore 16A da pannello (Aliexpress o rivenditori della propria città)
    - 2 euro per ferramenta o 2 euro per quattro piedini nuovi (Aliexpress per piedini)
    - 2 euro per manico di legno da lima ma in casa qualcosa di idoneo c’è sempre
    - 3-5 euro lampada 500 °C

    Totale 220 euro circa considerando che un manico di legno ed una ventola da pc si reperiscono senza doverli acquistare.
    Io ed il socio abbiamo speso 200 euro in totale perché avevo in casa la ventola metallica così come il materiale da ferramenta, diversi spezzoni di cavo per alte temperature ed il manico in legno.

    Il giorno 18 ottobre ho fatto la prima vera prova cuocendo 5 pizze, piccole rispetto al forno, per via del fatto che fino all’ultimo istante ho avuto intenzione di cuocerle nel fornetto Napoli Express moddato ma un test del cinese era d’obbligo.
    Che dire, la gestione del forno si è rivelata molto semplice. Il PID è stato impostato a 450 °C e ad ogni infornata ho utilizzato il by-pass per avere la resistenza incandescente durante l’intera cottura.
    Ogni pizza ha necessitato di una cottura lunga 80-90 secondi con la girata di 180° dopo 60 secondi, operazione effettuata mediante un sistema girevole su cui ho appoggiato il biscotto, quindi nessuna estrazione della pizza dal forno ed apertura dello sportello limitata al massimo. Con l’infornata ho rilevato nei primi istanti un abbassamento totale della temperatura di circa 25 °C recuperati in buona parte appena terminata la discesa.

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    Non sono un pizzaiolo e non sono fulmineo nell'aprire e condire un panetto ma nel tempo di fare ciò (4-5 minuti), il forno tornava a 450 °C dandomi modo di infornare senza attese.
    A conti fatti, per cinque pizze saranno trascorsi 20 minuti. Alle 20.30 ho effettuato la prima infornata ed alle 20.50 ho tirato fuori la mia meritata pizza :D
    Esaminando la cottura mi ritengo più che soddisfatto, l’unico problema è stato causato un mio errore in fase di stesura infatti alcune pizze sono uscite con qualche bolla bruciata. Abituato con il fornetto che ha una resistenza di diametro minore rispetto alle pizze infornate, non ho prestato molta attenzione alle eccessive bolle d’aria nel cornicione. Nel forno cinese la resistenza di grandi dimensioni irradia parecchio il bordo facendolo letteralmente gonfiare a dismisura. Le zone con eccesso di aria non hanno potuto fare altro che bruciare per la elevata vicinanza alla resistenza.
    Al prossimo utilizzo dovrò controllare meglio il cornicione ed eventualmente schiacciarlo un pochino imitando Sergio Mura in alcuni suoi video.

    Volevo una semplice margherita ma i wurstel avanzati erano da far fuori :D
    Impasto con farina 5 stagioni rossa, idratazione 62% circa, puntata 20 ore, apretto 4 ore, tutto a circa 20 °C. Cottura intorno ai 450-460 °C.

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    Soddisfatto del forno? Si ma peccato per il materiale della camera di cottura. Quanto sarebbero mai costate quattro lamiere di inox da 0.8 mm? Tutto sommato esternamente è ben fatto per quello che costa!
    L’unico cedimento da segnalare riguarda la lampadina che si è fulminata alla terza pizza. Una volta smontata ho avuto conferma del fatto che fosse compatibile con massimo 300 °C. Esistono lampade per temperature più elevate di cui per esempio dispongono i forni Effeuno. Occorrerà semplicemente acquistare una lampadina idonea. Nessun problema per il vetro della porta, nessuna brutta notizia dal “canale” dei cavi/termostati, tutto in ordine.
    Consiglierei l’acquisto del forno cinese? Ni.
    Se l’obbiettivo è fare delle buone napoletane, occorre apportare modifiche, piuttosto semplici, ma che richiedono tempo, manualità e minime conoscenze elettriche (l’opzione del termostato meccanico da 500 °C è più costosa ma semplifica notevolmente il lavoro di modifica)
    Può fare concorrenza al P134H? Beh, non ho mai avuto il piacere di toccare con mano un Effeuno ma sul made in Italy non si sputa. Nonostante sia pure esso un semplice forno con due termostati, due resistenze e qualche accessorio, presumo possa comunque valere quello che costa. Ha senza dubbio una marcia in più a partire da una porta con triplo vetro, guarnizione a tenuta, camera in inox, ecc…..non si discute.

    A presto altre novità

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    Aggiornamento del 7-11-2020

    Rimossa la ventola metallica e sostituita con ventola da pc (in estrazione).
    Aggiunta una seconda ventola da pc (in immissione).
    La modifica ha avuto diversi risvolti positivi; la temperatura del canale dei cavi si è ridotta di 5-6 °C rispetto a quella misurata con una sola ventola dopo 45-60 minuti dall'accensione del forno. Essa rimane invariata anche oltre l'ora. Rimane intorno ai 35 °C con una temperatura della stanza di 18 °C.
    L'altro miglioramento riguarda il rumore, decisamente più contenuto nonostante le due ventole.

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    Parlando di prestazioni, ho approfittato del test per inserire nel forno il biscotto da 3 cm che solitamente si usa nell'Effeuno. Con entrambe le resistenza accese, le tempistiche di riscaldamento sono state le seguenti:

    100 °C 4 minuti
    200 °C 8 minuti
    300 °C 14 minuti
    400 °C 24 minuti
    450 °C 32 minuti

    Oserei dire che si tratta di una attesa di tutto rispetto.
    A 450 °C letti con la sonda, nel centro del biscotto ho rilevato 470 °C. Temperatura di 440-450 °C ai bordi.

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    Aggiornamento dell'8-11-2020

    Rinfrancato dalle temperature raggiunte nel canale dei cavi, ho proceduto con il taglio di una piccola porzione del pannello frontale per inserirvi il PID.
    Seguendo lo schema del forno, esso sarebbe dovuto andare al posto del termostato superiore ma per maggior cautela ho preferito traslare tutto in basso (la zona superiore del pannello subendo l'irraggiamento della resistenza ed anche qualche sbuffo di aria calda proveniente dalla porta, tende ad assumere temperature un po' più alte).
    Il foro rimasto dopo la rimozione del termostato superiore è stato occupato da un interruttore che assumerà la funzione di by-pass per la resistenza superiore

    20201108_15184720201108_16214920201108_183134

    Devo effettuare ancora un foro sopra al termostato meccanico per l'installazione della spia.
    Anche PID/SSR avranno la spia. Dovrò solo trovare qualcosa con cui tappare il foro in alto, probabilmente metterò una spia collegata all'interruttore del by-pass.

    Non sarà necessario effettuare grandi modifiche all'impianto elettrico perché i cavi originali continueranno a servire per i collegamenti precedenti, quelli da me implementati, andranno semplicemente a trovarsi all'interno del forno.

    Per terminare i collegamenti devo attendere l'arrivo del trasformatore 220v/12v con il quale alimenterò le due ventole. Esso verrà inserito nel forno insieme al relè SSR su un dissipatore montato in basso tra le due ventole.

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    Aggiornamento dell'21-11-2020

    Con l'arrivo del trasformatore 220v-12v posso dire di aver quasi terminato le modifiche del forno cinese.
    L'alimentatore è stato posizionato vicino al relè SSR, su un dissipatore di alluminio.
    I collegamenti sono ovvi, ha tre ingressi (fase, neutro, terra 220 volt) e due uscite (positivo e negativo 12 volt).

    20201121_09292920201121_092940

    Ecco una panoramica dei collegamenti.
    Ho sfruttato tutti i cavi originali ed aggiunto quelli necessari per alimentare PID, SSR, ali 220-12 volt e resistenza superiore.
    Ho impiegato parecchio tempo per posizionare al meglio i fili allo scopo di non intralciare eccessivamente il flusso d'aria.
    Lo spazio non è poco ma tra i cavi in più e lo spessore delle ventole, occorre prestare attenzione al percorso dei fili affinché non vadano nelle palette.
    Per scrupolo ho "incamiciato" i cavi delle ventole con una calza in fibra di vetro ma dalle specifiche dovrebbero essere compatibili con temperature fino a 80 °C.

    20201121_09300520201121_093117

    Ho forato il pannello anteriore per inserire una spia che segnali l'accensione della resistenza inferiore, devo ancora procurarmi una luce che indichi l'inserimento del by-pass.
    L'interruttore in basso è collegato alla lampada interna mentre quello in alto occorre per il by-pass.

    20201121_092603

    Ad un forno che si rispetti (speriamo 😂),
    occorre un supporto degno del nome o quasi.
    Scoppiazzando quello dell'IKEA ho comprato qualche listello ed una tavola. Le ruote erano in una scatola da anni, l'appoggio del forno è un pezzo di top da cucina recuperato vicino ad un bidone.
    Sega circolare, viti e qualche ora di lavoro.
    Gli occorre solo più una mano di impregnante che faccia sparire le stuccature delle viti.
    Sfruttando le gambe del forno riesco a posizionare il vetro a 125-130 cm di altezza, così da non dover chinare la schiena per guardare dentro. In ogni caso posso optare anche per altezze inferiori grazie ai filetti delle gambe del forno.

    20201121_16141720201121_161621

    Oltre al trasformatore ho ricevuto anche la lampada da 500 °C.
    Filetto a parte (E14 invece di G9), dovrebbe avere le stesse caratteristiche di quelle montate da Effeuno quindi immagino possa resistere senza problemi alle temperature di esercizio.

    Spero di poter fare un test quanto prima.

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    Aggiornamento del 12-01-2021

    Ogni tanto faccio capolino nel topic per aggiornare la situazione. Ecco cosa ho combinato.

    Ho assemblato un secondo prototipo di maniglia che non sporga dal profilo laterale del forno e che allo stesso tempo sia affidabile dal punto di vista meccanico/pratico.
    Si tratta di una semplice manico da utensile inutilizzato che avevo in casa . L’ho fissato sfruttando i due fori già presenti per la maniglia originale mediante l’utilizzo di due bulloni, relative rondelle e dadi ciechi (temporanei, leggere più avanti). Il filetto passa all’interno di un tubicino cavo di alluminio, anch’esso ritrovato, giusto per non tralasciare il lato estetico delle modifiche.
    La nuova maniglia si è rivelata molto pratica ma i due dadi ciechi che sporgono sul davanti devono essere sostituiti con qualcosa che vada all’interno del legno dal momento che con l’aumento della temperatura, diventano roventi ed il pericolo di scottarsi è elevatissimo.

    20210102_14364020210102_143723

    Una seconda novità riguarda il sistema di ventilazione. Come anticipato, per 20 euro, mi sono portato a casa due ventole da 200 mm, 12 volt, 800 rpm, 14 db di rumore.
    Rimosse quelle da 12 cm, ho provveduto ad allargare notevolmente i fori già presenti al fine di inserire le due turbine :D e questo è il risultato (ignorate quella macchia nera, è un residuo di colla del nastro). Sono in attesa delle due griglie pagate qualche spicciolo.
    La portata di aria è notevolmente aumentata ed il riscaldamento del vano contenente i cavi, risulta pressoché nullo anche dopo 30-40 minuti con il forno a 450-460 °C. Nessun problema per quanto riguarda il rumore, paragonabile a quello di qualsiasi forno casalingo.

    20210110_19101920210110_191031

    La terza modifica potrebbe sembrare un passo indietro ma vi prego, fatevi i c***i vostri :D .
    Ricorderete che il forno in questione ha la tanto decantata lampada incassata, ebbene, io l’ho messa interna alla camera.
    Dovete credermi che nonostante la modifica sia totalmente reversibile, ci ho pensato parecchio ed ho eseguito molte prove prima di attuarla.
    Rispetto al P134H, c’è una differenza sostanziale legata alla larghezza della camera, mentre in quest’ultimo misura se non erro circa 35 cm, nel forno cinese si arriva a 41,5 cm.
    Vien da sé che 2.5 cm di vetro sporgente, in 6 cm di differenza fanno un altro effetto e dal lato pratico risulta ben più difficile cozzare contro il vetro.
    Ho quindi tagliato una lamiera inox utilizzando quella originale come dima per i fori già presenti ed allo stesso tempo, ho praticato buchi supplementari per ridurre la possibilità che le deformazioni possano far separare la lamiera porta lampada da quella della camera di cottura. Un’ultima accortezza ha riguardato lo spostamento del foro della lampada di un centimetro verso l’alto, così da rendere ancora meno fastidioso il bulbo di vetro.

    20210108_140116
    20210108_194936

    Domanda lecita…..ma perché mai avrei dovuto mettere la lampada all’interno della camera? Era incassata, tanto comoda e carina!
    Una risposta potrebbe essere scontata e maleducata :D ma voglio darvi la mia motivazione.
    Guardate questa foto e rendetevi conto di quanto spazio intercorra tra la lamiera portalampada e quelle cromate che nascondono la coibentazione.

    IMG_20200812_225741_0

    L’immagine non è delle migliori ma vi posso assicurare che parliamo di 0,5 cm. Una porzione di metallo che raggiunge i 450 °C così vicina al vano dei cavi in primis, si raffredda più facilmente rispetto ad una più isolata, secondariamente il calore ceduto non fa altro che scaldare il vano dei componenti elettrici. In quel punto delle lamiere cromate, rilevavo temperature di 50-60 °C rispetto ai soliti 20-25 °C.
    La nuova lamiera attua una azione schermante decisamente superiore ed i tempi di riscaldamento del forno si sono lievemente ridotti, considerando fra l’altro che la temperatura della taverna dove si trova il forno, è ultimamente crollata da 18 °C a 3-5 °C trattandosi di un luogo non utilizzato in inverno e sempre areato per questioni legate all’umidità.

    Avendo molti ritagli di acciaio inox, ho messo in lista l’apposizione di una lamiera sul vetro della porta (lato interno) con apertura rettangolare di 4x10 cm o 3x8 cm, che faccia un’azione schermante nei confronti del calore in uscita dal vetro stesso.
    Non mi sono inventato niente, Dekracap ha postato una cosa del genere un po’ di tempo fa ed anche ByFDM ha un video relativo ad uno schermo simile.

    …E pizze niente? Spero di fare una prova quanto prima. Non posso utilizzare il forno in casa per questioni di spazio, di questi giorni la taverna risulta poco pratica per ovvie ragioni quindi devo rimandare il nuovo battesimo. Se vedemmu, bella gente :D

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    Aggiornamento del 6-02-2021

    Utilizzando uno scarto di inox ho sagomato un lamierino da apporre sul vetro.
    Per vedere all'interno del forno, ho praticato un'asola nell'acciaio con dimensioni 8×3 cm.
    La posizione dell'asola non è centrata al vetro ma bensì spostata più in alto possibile per far si che il cornicione non interferisca con la visione della pizza nella sua interezza.

    20210206_162535
    20210206_16344220210206_163331

    In questo forno è molto semplice fissare la schermatura grazie alle quattro viti che originariamente tengono in posizione la cornice in metallo ed il vetro.
    Cornice mantenuta sotto al pezzo di inox al fine di non permettere al vetro di muoversi.
    Consiglio caldamente di non stringere per alcun motivo le viti, basta fermarsi nel momento in cui toccano la schermatura e lasciare che sia l'attrito a non farle svitare.

    20210206_164906

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    Aggiornamento del 21-02-2021

    Che cosa ho combinato questa volta......
    La prima modifica è consistita nel rimuovere i due punti di saldatura che univano il telaio a cui è ancorata la porta e la lamiera retrostante.
    Queste due saldature creavano una grossa spaziatura ai lati, la quale permetteva all'aria calda della camera di uscire prepotentemente verso sinistra e destra.
    Considerato lo spazio disponibile di qualche millimetro, ho potuto effettuare tale operazione tagliando con la sola lama di una sega da ferro, le due puntate di saldatrice. Fortunatamente non erano molto grandi e nemmeno troppo dure.
    Purtroppo a causa di un accoppiamento tra lamiere non ottimale, anche rimuovendo le saldature non sono riuscito a far combaciare perfettamente il telaio a cui è imperniata la porta alla lamiera retrostante ma ho potuto comunque stringere la fessura laterale di un paio di millimetri.
    Ho reso a tenuta l'accoppiamento inserendo tra le due lamiere una calza in fibra di vetro, quelle che si usano per proteggere i cavi (non si sfibrano come le guarnizioni da stufa e sono più sottili).
    Le due puntate di saldatrice sono state successivamente forate per essere sostituite con rivetti (non vi dico i santi che ho dovuto nominare per forare l'inox nonostante la punta HSS-Co nuova).

    20210220_161808
    20210221_155355
    20210221_17093920210221_170908

    La seconda modifica ha riguardato il pannello frontale con l'esecuzione di tre fori rettangolari larghi 0.5 cm e lunghi 7 cm, uno sopra l'altro e distanziati di 1 cm. Non ho optato per larghezze maggiori temendo che l'esiguo spessore dell'acciaio potesse rendere flaccida l'intera lamiera, cosa che seppur minimamente è avvenuta.
    Una serie di buchi avrebbe probabilmente evitato questo problema ma praticare diverse decine di fori nell'inox con un trapano, su una lamiera volante e non appoggiata su una superficie adatta, sarebbe stato da pazzi.
    Il valore della lunghezza è stato dettato dalla necessità di dover tagliare l'acciaio con una smerigliatrice. In linea di massima avrei potuto fermarmi a 5 cm, con tale misura i fori sarebbero diventati quattro (visivamente più gradevoli) ma non avrebbero creato discontinuità nei tre punti fondamentali (interruttore superiore, PID e termostato inferiore).
    Noterete dalle foto che posterò come invece le tre asole corrispondano perfettamente ai tre componenti rimanendo contemporaneamente centrate alla lamiera.
    L'asportazione di materiale è avvenuta a 0.5 cm dalla porta.
    Essa dovrebbe ridurre la trasmissione di calore per conduzione e permettere all'aria soffiata nel vano dei cavi di raffreddare il lato sinistro del pannello frontale (quello dolente), uscendo dai fori.
    Praticando le asole con smerigliatrice e lima da ferro, il risultato finale si è rivelato lontano da quello ottenibile con un taglio al laser o con una fresa a controllo numerico.

    20210220_161841

    Il profilo dei fori seppur accettabile considerati gli attrezzi utilizzati, presentava irregolarità e non era di mio gradimento per cui ho dovuto optare per un compromesso.
    La soluzione che più mi ha convinto è consistita nel coprire ciascun foro rettangolare con una placchetta di alluminio ricavata da una griglia per areazione già forata di fabbrica.

    L'accensione di questa sera è la prova che le due modifiche sono servite.
    A fine pizzata potevo tenere le dita sul pannello frontale ininterrottamente (lato sinistro, quello dolente), senza alcun problema. Penso non fosse a più di 30 °C.
    Sono convinto che anche il tempo per raggiungere i 450 °C si sia ridotto di qualche minuto.

    Edited by simon1990 - 21/2/2021, 22:10
     
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    URCA! Un lavorone e un lungo ed esaustivo post. Bravissimo!
     
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    www.youtube.com/user/Dekracap

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    Sei un portento, dopo il FAG fai da te, hai anche nazionalizzato un effeuno cinese :D

    Veramente un peccato la camera di cottura, sarebbe simile a quella dei piccoli fornetti elettrici? Pensi che si possa rovinare a certe temperature? E' stata un scoperta post acquisto o ne eravate consapevoli?
     
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    Grazie per essere passati di qua :)

    Approfitto di una delle domande di Dek per fare una doverosa precisazione.
    Ho specificato che la camera interna non è in inox ma di ferro dolce (alluminato) come in svariati forni prodotti in Europa venduti intorno ai 300 euro.
    Voglio far presente che al momento dell'acquisto era già tutto chiaro, in quanto ben specificato nella pagina del rivenditore, dove si alludeva all'utilizzo dell'inox solo per la sola struttura esterna. Nessuna sorpresa quindi.

    Ovviamente l'inox dà la sensazione di stare in una botte di ferro (scusate il gioco di parole :D ), il materiale di cui è costituita la camera interna del forno cinese non mi dà preoccupazioni perché viene utilizzato in forni più costosi prodotti ed anch'essi venduti nella comunità europea dove le regole a tal proposito sono rigide.
    I metalli subiscono una fusione brusca ad una ben determinata temperatura, l'alluminio fonde a 660 °C per cui a 450 °C il divario è tale da poter operare in sicurezza. Inoltre non vi è alcun contatto diretto tra la pizza ed il materiale della camera di cottura. Non discuto di sgretolamenti vari del materiale (di cui ogni tanto se ne sente parlare) perché si tratta di un metallo e non di un aggregato.

    C'è chi potrebbe storcere il naso di fronte al termine "alluminato", che deriva per l'appunto da alluminio, un trattamento che impedisce al ferro di corrodersi nel tempo. Io non sono un esperto, posso solo parlare da perito chimico che ultimamente si è abbastanza documentato sulle questioni legate all'utilizzo dell'alluminio nel settore alimentare.
    Da ciò che ho letto, il problema è stato enormemente gonfiato andando a creare una campagna fortemente denigratoria nei confronti di tale metallo. Sembra che ci siamo circondati di teglie, padelle di alluminio o contenenti alluminio per poi renderci conto che è tossico.
    No, l'alluminio può creare problemi in certe situazioni che in ambito culinario si potrebbero definire estreme come per esempio il prolungato contatto con sostanze acide (vedi tutto ciò che deriva dal pomodoro) ma in generale non ha effetti dannosi per l'organismo per via delle quantità microscopiche che ne assumiamo quotidianamente.
    Sarebbe bene ricordare che esistono molti altri materiali o sostanze che se utilizzati/e in ambito alimentare possono dare problemi.
    Mi viene da pensare alle pentole di rame, al nickel ed al cromo presenti nell'acciaio inox, al teflon delle padelle antiaderenti ma è ovvio che se la quantità ingerita è tale da non arrecare danni all'organismo, il problema non si pone.
    Poi quando tali problematiche vengono sollevate da persone che fumano un pacchetto di sigarette al giorno o che si scolano una bottiglia di vino a pranzo beh, forse è meglio l'alluminio.

    Tornando brevemente al forno. La mia precisazione in merito al materiale della camera di cottura, era volta a far notare che quattro lamiere di inox non avrebbero potuto influire pesantemente sul prezzo di vendita (+20/25 euro?) e che con tale accorgimento la differenza con forni un po' più costosi (fascia 300 euro) sarebbe praticamente scemata una volta terminato il modding.

    Edited by simon1990 - 25/10/2020, 12:21
     
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    alla ricerca del "codice" della Pizza Matrix...

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    Complimenti a Simon1990 x il lavoro fatto e la meticolosita' delle descrizioni senza lasciare nulla al caso..👍
    Veramente un modding di forno ben spiegato e.. calibrato..👌
    Chapeau.. 🎩🎩🎩
    Bravo...👏👏👏
     
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    Grazie anche a te :)
    Il periodo di maggiore responsabilità che stiamo passando, ha enormi lati negativi ma dà la possibilità di seguire meglio questi lavoretti, tutorial compresi
     
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    CITAZIONE (simon1990 @ 25/10/2020, 00:39) 
    (...)
    L’unico cedimento da segnalare riguarda la lampadina che si è fulminata alla terza pizza. Una volta smontata ho avuto conferma del fatto che fosse compatibile con massimo 300 °C. Esistono lampade per temperature più elevate di cui per esempio dispongono i forni Effeuno. Occorrerà semplicemente acquistare una lampadina idonea.

    giuro, è la prima cosa che ho pensato appena ho visto il forno!!! (essendoci passato anch'io, dopo aver fuso il forno della cucina...)
    che dire... un bel lavoro, ma soprattutto curato nei minimi dettagli! complimenti!
    ...complimenti anche per il dono della sintesi XD sei riuscito a scrivere più della recensione del Koda16!! :D

    P.S.
    ...ora devi postarlo sul forum della Confraternita!!! :ph34r:
     
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    Grazie :)

    Mi sembra che ultimamente non stiano considerando più di tanto Effeuno, forse è passata di moda su quel forum. Una discussione simile alla mia è già uscita li ed ha riscontrato anche un discreto successo senza far scoppiare casi diplomatici.
    Hanno altre cose da vendere, probabilmente.....
     
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    Jack

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    Wow, complimenti. Seguivo anche io quel thread sulla confraternita. Guardavo proprio il wiltec e stavo pensando di prenderlo. Volendo un forno "tuttofare" (teglie, pale, veraci ecc) l effeuno sarebbe perfetto, ma per come stanno facendo salire i prezzi se lo possono tenere. L unica opzione era proprio prendere il wiltec e moddarlo. L unica cosa che mi preoccupa appunto è trovare una resistenza adatta ad avere una copertura della camera adeguata ed omogenea. Volendo non si può comprare (anche se costa 35 euro in più) la resistenza dell effeuno ed usare quella??
     
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    La resistenza che ho acquistato la trovi su eBay a 15-20 euro spedizione compresa e posso assicurarti che scalda in maniera omogenea l'intera camera di cottura (occorre solo fare quella leggera plasmatura riportata). Copre benissimo una pizza tonda da 32 cm di diametro. Nel senso della profondità restano scoperti circa due centimetri per parte, a destra ed a sinistra siamo nell'ordine dei quattro centimetri per parte (davvero poco).
    La resistenza dell'F1 non è a mio avviso consigliabile perché è forgiata per essere fissata sul retro del forno, infatti ha una zona più elaborata che servirebbe a compensare le perdite di calore lato sportello. Il forno Wiltec e simili, permette il fissaggio della resistenza sulla paratia destra. In tale configurazione, la resistenza dell'F1 vedrebbe la zona più curvilinea andare sul lato sinistro causando disomogeneità di riscaldamento e di cottura.
    La resistenza grill con le "U" in serie (come quella acquistata dal sottoscritto), montata su un lato, restituisce un irraggiamento più omogeneo di qualunque altra tipologia di resistenza seppur appena più piccola della camera di cottura.
    In ogni caso anche nell'F1 la resistenza ha un certo margine dalle pareti della camera. Non è necessario che essa passi vicinissima alle pareti per via del fatto che la struttura in metallo fa un gran lavoro di riflessione del calore.
    Se il forno Wiltec si potesse scoperchiare, non sarebbe un problema fissare la resistenza sul retro ma diverse parti saldate rendono il lavoro troppo problematico.

    Chiedo a qualche possessore di p134h, di misurare la larghezza della resistenza. Sono curioso di sapere quanti centimetri ricopra sui 35 totali della camera di cottura. Grazie.

    Edited by simon1990 - 28/10/2020, 03:01
     
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    Complimenti davvero per il lavoro che hai fatto e per come l'hai documentato meticolosamente.

    Io ne ho appena acquistato uno molto simile su ebay a 152 euro + 15 di spedizione dalla Germania...ovviamente è arrivato con la pietra rotta.

    Seguirò il tuo consiglio e prenderò la resistenza Lofra 1900W 40x37cm piuttosto che la Candy.

    Mi chiedevo se l'aggiunta della ventola e di ulteriore isolante (1-2 cm di fibra di ceramica ci dovrebbero ancora stare) nella parte dx del forno consentisse l'inserimento dei regolatori PID al posto deti termostati analogici con un certo margine per non mandarli in sovratemperatura.

    Qualcuno ha invece pensato a dotare il forno di biscotto rotante?
    Bucando da sotto il forno si potrebbe inserire l'albero di un motore da girarrosto/spiedo che rimarrebbe esterno...
    anche se poi sarebbe da affrontare il bilanciamento del piatto e il dubbio che la resistenza sotto sia ancora efficace, qualche idea?

    Grazie
     
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    La fibra ceramica è molto utile e devi rimpinguarla in ogni spazio presente.
    La ventola è obbligatoria e con essa è molto probabile che pid e altri componenti elettronici, possano resistere senza problemi.
    Prossimamente effettuerò la modifica, sono in attesa di alcuni componenti.

    Il piatto a rotazione manuale, è già operativo nel mio forno ed è utilissimo.
    Quello con motore sarebbe fantastico, occorre solo forare.
    Il bilanciamento si trova con qualche prova.
    Non capisco perchè la resistenza inferiore dovrebbe avere problemi :)

    Edited by simon1990 - 29/10/2020, 20:33
     
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    Zio Simon, ogni buon cinese dovrebbe farti il saluto assiso tipo quello che si fa al sor Buddha!
    Hai vinto.
     
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